Oggi abbiamo tutti a disposizione un oggetto che ha installato anche un antenna per ricevere il segnale GPS: nel cellulare, nel computerino che montiamo sulla bici, al polso…. Ma sappiamo sfruttare tutte le sue potenzialità? In questo articolo cercheremo di capire quali sono le caratteristiche principali di un GPS così da avere le idee più chiare su quello più utile alle nostre uscite.
Il GPS (Global Positioning System, sistema di posizionamento globale) è un sistema di posizionamento che sfrutta una rete di satelliti in orbita e, mediante un segnale radio elaborato dal terminale, fornisce la posizione con uno scarto spesso inferiore al metro. Il terminale comincerà a darci la posizione appena avrà ricevuto correttamente il segnale di almeno 4 satelliti e sarà tanto più precisa, quanti saranno i segnali dei satelliti ricevuti, dalle migliori o peggiori condizioni meteo, quanti meno ostacoli ci saranno interno al ricevitore e dalla qualità e dal tipo di ricevitore. Dal 2007 la precisione è ulteriormente aumentata perchè anche la rete di sateliti russi GLONASS (Global Navigation Satellite System) è stata resa disponibile all’uso civile.
Il GPS oggi lo troviamo in terminali che vanno dalle specialità sportive (bici, corsa, trekking, nuoto,…), a quelli automobilistiche, per lo sviluppo cartografico, ecc. Ognuno di questi GPS ha una caratteristica in comune: registrano la”strada” che abbiamo fatto durante la nostra uscita, e ora spieghiamo come.
Traccia e trackpoint
Il GPS registra, con una cadenza di circa 10 secondi, un dato che contiene latitudine, longitudine, altitudine, data e ora. Ognuna di queste registrazione rappresenta un trackpoint. L’unione di tutti i trackpoint rappresenta la traccia. Considerando la frequenza di registrazione dei dati, se sovrapponiamo la traccia al percorso reale avremo una approssimazione tanto minore quanti più trackpoint avrà registrato il dispositivo. Ovviamente se aumentiamo la frquenza di registrazione dei trackpoint (se l’opzione è disponibile nel terminale) il ricevitore GPS lavorerà di più facendo così diminuire l’autonomia delle batterie.
Rotte e routepoint
La traccia che noi stiamo registrando, potrebbe essere il risultato di una rotta che abbiamo definito nel nostro dispositivo. La rotta non è altro che la retta che unisce il punto di partenza a quello di arrivo. Come per le tracce, anche per le rotte possiamo avere più route point che sono punti intermedi tra la partenza e l’arrivo, attravero i quali il nostro GPS ci deve condurre. Se andassimo a riportare la rotta, i route point, traccia e trackpoint avremo 4 insiemi di segmenti che, in sequenza, si avvicineranno come precisione sempre di più al percorso reale che avremo percorso.
L’utilizzo delle rotte è più frequente in sport e uscite più orientate all’escursionismo (treaking, ciclismo, ecc) perchè il GPS ci permette di seguire e registrare il giro che abbiamo pianificato.
Waypoint
Un’altra informazione importante che troviamo nell’utilizzo del nostro GPS sono i waypoint o più comunemente conosciuti come POI (point of interest). I POI sono dei luoghi presenti sulla mappa che hanno una rilevanza importante per la tipologia di escursione che stiamo facendo; possono infatti indicare tutte le fontanelle che possiamo trovare sulla rotta, oppure indicare i punti più pericolosi o quelli più panoramici.
Per il GPS i POI non sono altro che la registrazione dei tre principali dati (latitudine, longitudine e altezza) riportati sulla mappa caricata sul dispositivo.
File GPX
Tutto quello che abbiamo fino ad ora descritto, viene memorizzato nel nostro GPS in un file che avrà estensione GPX (acronimo di GPS Exchange Format). Non esiste un vero e proprio standard per la registrazione dei dati GPS, ma i file gpx sono quelli più comunemente supportati dai principali produttori di GPS.
Il file gpx è un file XML, che si può aprire e (volendo) modificare con un normalissimo programma per editare i testi. Riportiamo qui un esempio di file gpx:
Come si può vedere dall’immagine, il file ha una prima parte che funge da intestazione nella quale è riportata il nome della traccia racchiusa dalla voce name e /name, poi troviamo le registrazioni dei vari trackpoint che comporranno la traccia finale della nostra escursione. Il dato registrato è facilmente comprensibile in quanto il dato “lat” indica la latidudine, “lon” la longitudine, “ele” l’altezza e “time” l’ora esatta della registrazione del dato.
Raramente c’è la necessità di andare a modificare a mano un file gpx, ma nell’eventualità dovesse capitare non sarà nulla di particolarmente complesso. Un caso in cui si potrebbe evere la necessità di lavorare a mano il file è quando, durante l’uscita, il nostro ricevitore “impazzisce” è registra un trackpoint in una posizione che non c’entra nulla con la nostra traccia. In questo caso si potrebe aprire il file, cancellare il trackpoint sbagliato e, dopo averlo salvato, vedere sulla mappa la traccia corretta.
Fino a qui abbiamo descritto le principali caratteristiche di funzionamento dei navigatori GPS, nella prossima “puntata” andremo a descrivere le principali caratteristiche hardware.